Scrivere questo articolo è estremamente difficile per diversi motivi che vanno dal coinvolgimento personale fino a tematiche che bussano costantemente alla porta dell'umanità. Quindi, nello scrivere, mi interrogo su che parte voglio prendere, se voglio schierarmi, se voglio far valere la mia opinione.
Invece, tutto quello che mi passa per la testa costantemente è solo una cosa: Dio.
Negli ultimi dieci giorni mi sono spesso trovata davanti ad articoli che in qualche modo affrontavano tematiche simili e correlate: un professore universitario americano, Ed Oxford, che attraverso degli studi ha scoperto che la parola "omosessuale" è stata inserita nella Sacra Bibbia solo dal 1946, mentre la traduzione usata in precedenza sarebbe stata "pedofilo" o "uomo che si corica coi più giovani", insomma...un concetto po' un diverso (per saperne di più https://um-insight.net/perspectives/has-“homosexual”-always-been-in-the-bible/ ); il prete spezzino che non benedice le palme perché "se non posso benedire le coppie gay non vedo perché devo benedire le palme."; il vescovo di Ascoli che chiede ai fedeli di pregare CONTRO la legge Zan che è mirata -pur con le sue falle- a punire le manifestazioni d' ODIO generate dall'omofobia e transfobia.
Ogni volta che mi sono trovata davanti a queste storie ho sentito dentro di me la necessità di far chiarezza, di dire la mia e di sbraitare come fanno un po' tutti per cercare di cambiare il mondo.
Un mondo che, troppo spesso, ci dimentichiamo di curare e di tenerci a cuore.
Mi è ovviamente impossibile confermare lo studio di Ed Oxford, che ha passato anni e anni studiando Bibbie antichissime e di diverse parti del mondo, traducendole non so nemmeno quante volte; ma è invece possibile -per me- provare a farmi un'idea più chiara e concreta su quello che è successo con Don Giulio (il prete di Bonassola) e con monsignor Giovanni D'Ercole (vescovo di Ascoli Piceno).
Credo sia necessario che, una volta per tutte, ci guardiamo davvero in faccia, confrontandoci con chi la pensa anche in modo diverso dal nostro. Dopotutto, se restiamo sempre chiusi nella nostra piccola idea, i margini per un miglioramento sono davvero pochi e confusi.
Don Giulio, durante la sua messa ha detto:
"A rimetterci non sono certo le persone omosessuali, le quali possono tranquillamente fare a meno della benedizione della Chiesa, perché intanto c'è Dio a benedirle. A rimetterci è piuttosto la Chiesa."
Quest'ultima frase mi è arrivata forte e mi ha fatto tornare alla mente quella valanga di domande che ogni tanto mi assalgono. Mi ha anche fatto ricordare di una serie di messaggi che ho ricevuto su Instagram di ragazzi/ragazze, più o meno giovani, che lottavano con la loro fede perché -appunto- gay, chiedendo a me consiglio, nonostante io stessa fossi intrigata a trovare le mie risposte.
"Ma Dio mi ama lo stesso? Andrò all'inferno?"
E, ancora peggio,
"Posso io credere in Dio nonostante provi amore per una persona del mio stesso sesso? Oppure, per questo, devo aggrapparmi ad altre fedi nonostante nel mio cuore spinga forte quella Luce che arriva da Lui?"
Domande forti, importanti, difficili da rispondere e che con il gesto di Don Giulio vengono rese sicuramente più leggere.
Allo stesso tempo, mi sento di discordare con l'affermazione sopracitata del prete spezzino, perché non è la Chiesa a rimetterci, ma la comunità. Siamo tutti noi a perderci. Chiesa inclusa. Perché volenti o meno, la Chiesa fa parte delle nostre comunità e della nostra cultura. Ci perdono i giovani, che non riempiono più i banchi durante le messe; e ci perdono i banchi, che rimangono freddi e vuoti. Si perde la calma, si perde la serenità, si perde il bene di semplicemente lasciare la libertà di amare: non un uomo o una donna, MA IL NOSTRO DIO, senza avere l'ombra del dubbio.
Credo che spesso si perda di vista che in questa vita Dio ci ha lasciati liberi di scegliere che strada camminare. Ci lascia ogni giorno liberi di scegliere il bene dal male, liberi di scegliere se camminare con Lui oppure da soli. E le scelte imposte non saranno mai scelte libere: non avranno mai lo stesso effetto di uno che sceglie in modo cosciente.
Se Don Giulio ha trovato forte appoggio da una parte di fedeli e da una parte della comunità, il Vescovo di Ascoli ha invece trovato man forte dall'altra parte.
Non ci vedete niente di errato qui? Io sì. Perché la comunità Cristiana dovrebbe muoversi assieme per il bene, verso il bene e con il bene.
ASSIEME, non divisa.
Ora, la Legge Zan è sicuramente volta a tutelare una parte di comunità che spesso e volentieri ha subito atti di odio e violenza -anche fisica. Una violenza che non è un'opinione, è solo un atto di puro odio, un atto di estrema incomprensione, un atto che resta fine a se stesso perché non migliora nessuno: lascia solo cicatrici in chi subisce. La Legge Zan non tutela solo i gay o i trans, ma TUTTE le vittime bullizzate o pestate per il proprio orientamento sessuale: etero compresi.
La Legge Zan non vieta di esprimere un'opinione, e se tu pensi che nel concetto di "famiglia" -per esempio- sia necessaria la figura paterna e materna, puoi dirlo senza finire in carcere o beccarti la multa.
Sarebbe bello se tutti ci ricordassimo che è giusto e lecito avere opinioni diverse, e anche su questi argomenti difficili è normale pensarla in un modo diverso. Dopotutto Dio ci ha creati diversi, ognuno col proprio cuore, il proprio cervello, e la propria esperienza, e come comunità dovremmo ricordarcelo e saperlo accettare.
Come non sono d'accordo con la richiesta del Vescovo di Ascoli di pregare contro il passaggio della Legge Zan, non sono neanche totalmente d'accordo con Don Giulio, perché se da una parte vedo il suo atto come un atto forte che mira a un miglioramento, da cristiana mi sento "colpita" dalla mancata benedizione di quello che è un simbolo importante per tutti i credenti.
Quindi, è davvero necessario stare da una parte o dall'altra? È davvero necessario trovare sempre una via per "dividere" invece che per unire? Far le cose assieme PER IL BENE pare na cosa così brutta?
Mi domando che fine farà ora Don Giulio. O Monsignor D'Ercole. Però io mi sento di dire grazie. Grazie perché entrambi mi hanno dato il via per sedermi qui, scrivere, e riflettere.
E farlo mi ha fatto capire che certe cose contano fin li. Che è il bene che fai a parlare. Che è la verità a decidere. Che è la Luce che alla fine vince.
È questo che dovrebbe unirci: VERITÀ-AMORE-PERDONO. I pilastri su cui è fondato il nostro credo, e che come comunità non dovremmo mai -MAI- dimenticarci.
Forse Don Giulio non dirà mai più una messa, mentre grazie al Vescovo di Ascoli le cose non cambieranno di una virgola: però ricordiamoci che tutti noi siamo in possesso di un cervello e di un cuore, e che possiamo farli funzionare contemporaneamente per trovare la via giusta.
Esattamente come fa Dio, entrambi hanno gettato un seme.
Un seme che ci farà riflettere, pensare, discutere e scegliere.
Un seme che, a prescindere, porterà dei frutti in coloro che lo possono far germogliare.
Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si colgono forse delle uve dalle spine, o dei fichi dai triboli? Così, ogni albero buono fa frutti buoni; ma l’albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti. Matteo 7: 16-20
Mi piaci, da ex cestista mi piace la “tua testa”, il non fare sconti nemmeno a te stessa. Ho una figlia che ama e convive con un’altra donna e sono preoccupata per lei per la lacerante situazione famigliare ( l’altra famiglia non vuole nemmeno vederla, fa finta che non esista nessuno). Ti seguo anche per capire se posso aiutare mia figlia.
Scusami se non è questo il commento “giusto” ma spero di farmi perdonare